La vita è un’esperienza da vivere; non un problema di risolvere”

J. Keats

Se il cibo abbia o meno la capacità di proteggerci contro le malattie e gli attacchi virulenti è un tema ampiamente discusso. Anche prima dell’ondata “nera” che ha cambiato lo scenario mondiale nel 2020.

L’OMS e tutti gli organismi deputati allo studio della salute umana, hanno mostrato e dimostrato da parecchio tempo come il cibo sia un vero schermo protettivo e una vera medicina per proteggerci e guarirci.

Non ho ancora capito come mai questa verità sia oggetto di discussione: è vero che quello che mangiamo influenza (più della stessa genetica) la nostra salute (tutta, fisica e mentale), la nostra esteriorità (armonia di massa magra e massa grassa, bellezza e conservazione di pelle e capelli e unghie) e persino il nostro carattere (equilibrio, capacità di autocontrollo, visione ottimistica o meno)?

La scienza non ha dubbio alcuno; la risposta è SI. Persino gli ultimi studi dedicati alla pandemia hanno sottolineato il ruolo cruciale dello stato di salute per prevenire o combattere il COVID-19 (e le sue varianti). I soggetti sovrappeso, diabetici, ipertesi, cardiopatici sono più esposti alla malattia; coloro che hanno un microbiota alterato (tutte le sindromi che affliggono l’intestino) pure e, sembra, che tutti i pazienti ricoverati mostrassero livelli molto bassi di vitamina D. Tutti stati correlati con l’alimentazione.

Eppure, quando si parla di immunità, di terapia, di azioni da mettere in campo nulla si dice dello stile alimentare, ossia di cosa e quanto mangiare. Non è neppure menzionato tra le regole di protezione e prevenzione.

Eppure si parla di strategie per aumentare le difese immunitarie! Ma attenzione, si intende quasi esclusivamente l’azione esercitata dai farmaci. I vaccini sono, stando a quanto si sente e legge, il modo “sicuro” per assicurare la copertura immunitaria nei maschi, nelle femmine, nei bambini, negli anziani e giovani, nei malati e sani. Per tutti!

Io, con queste affermazioni, vado in stallo! Non mi capacito e stento a credere che si voglia fare passare questa notizia come “la Soluzione”!

E’ come dire che l’organismo umano non è capace di difendersi, non è in grado di affrontare gli insulti esterni, non è attrezzato per trovare una soluzione all’invasione di virus e batteri. E’ come dire che, qui ci vuole, la perfezione dei meccanismi di difesa organici, sempre più sofisticati, unici e geniali dall’origine della specie umana, è inadeguata allo scopo a cui è preposta. Non sta in piedi neppure con le stampelle!

Se così fosse, la razza umana sarebbe estinta, se così fosse moriremmo dopo un raffreddore, se così fosse l’evoluzione capita da Darwin e perfezionata da altri naturalisti sarebbe falsa.

Ma non lo è falsa, come non è vero che siamo prossimi all’estinzione.

Su un fatto sono tutti d’accordo: si ammala chi è immunodepresso. Perfetto! Partiamo da qui e tentiamo di fare luce più che ombra e, permettetemi, informazione piuttosto che terrorismo. Sono pronta ad incassare eventuali colpi di commenti contro perché la libertà di parola è sacra, il libero pensiero pure ma l’onestà nel trasferire le informazioni è un dovere. Di tutti.

Per immunodepressione si intende, in parole povere, uno stato di bassa “combattività” dei nostri “guerrieri ematici” (principalmente linfociti B e T: i primi producono anticorpi capaci di riconoscere le sostanze estranee che si introducono in noi, i secondi attaccano direttamente, distruggendole, le cellule alterate riconosciute come estranee) e degli organi deputati alla protezione come linfonodi, vasi linfatici, milza e persino le tonsille.

Tutto quello che entra nel corpo (se non ci appartiene) viene:

  • intercettato

  • accerchiato ed eliminato

  • schedato a vita ossia ricordato per sempre come nemico da eliminare

E così diventiamo immuni cioè abili nel superare la prossima eventuale sfida/invasione perché siamo diventati capaci di difenderci: sappiamo di cosa si tratta e conosciamo la strategia vincente. E’ la logica del vaccino (a tal proposito: è la mente che impara traendo suggerimenti dal corpo e dalla natura; non viceversa!) che inietta, apposta, una piccola quantità di un certo ospite indesiderato (reso innocuo) per scatenare i nostri guerrieri nell’eliminazione e ricordo a vita di chi ha invaso.

E qui arriviamo al nodo: se gli organi della difesa non hanno le armi appuntite e sono deboli o pochi o se non sono ben coordinati tra loro, può succedere che la battaglia venga vinta dagli altri. E noi ci ammaliamo.

E chi ha poca protezione ed è a rischio? Coloro con l’esercito della difesa a braccia incrociate. E quando capita? Quando (gli eserciti) non hanno ciò che vogliono e necessitano per vivere e fare il loro mestiere. Quando hanno fame, quando le vettovaglie sono scadenti e non li nutrono, quando sono “insoddisfatti” e, per questo, lavativi!

Come si sul dire “conosci il tuo nemico se vuoi vincere la guerra”. In questo caso, e scusate la metafora bellica, il nemico non è l’invasore (anche lui fa il suo mestiere); il nemico è più subdolo perché si nasconde in uno stato infiammatorio latente che mina il corpo giorno dopo giorno, pasto dopo pasto, sfiancando le risorse di autoriparazione; piccoli danni ma costanti che si stratificano e accendono una fiammella (l’infiammazione) che, se non spenta, si autoalimenta fino a diventare un vulcano. Che esplode. Nella malattia.

Tutte, ma proprio tutte, le patologie nascono da uno stato infiammatorio che viene innescato da quello che mangiamo e facciamo con il corpo e la mente ogni giorno.

Non sono contraria ai vaccini e alle terapie farmacologiche, rispetto la loro utilità e riconosco tutti i vantaggi che hanno fornito al benessere dell’umanità. Ho lavorato tanti anni nelle aziende farmaceutiche e non rinnego nulla. Però ho capito che nessun farmaco può renderci sani, “potenti”, forti, fieri, capaci, immuni dal dolore e dalla malattia. Il farmaco nasce per curare ossia per agire quando qualcosa si è già guastato; per “spegnere” i sintomi.

Io punto l’attenzione e il mio lavoro sulla fase precedente, su quello che può (per davvero!) impedire (o almeno rallentare, contenere) il guasto del sistema. La chiamano prevenzione proprio perché si attua prima (pre), in anticipo ed è una tattica nobile, rispettosa, saggia a tratti magica come solo l’intelligenza e la saggezza della Natura tutta (corpo umano compreso) sa fare.

Mettiti comodo, ne scriverò delle belle.

Comincio la prossima settimana. Richiama all’ordine le tue difese immunitarie, daremo loro una sferzata di energia per renderti più forte.

Ci vuole, cosa ne pensi?

IO CI SARO’.

GRAZIE