Non avere paura della perfezione, non la raggiungerai mai

Salvador Dalì

Lo sapete? Esistono ancora i “ragionieri delle calorie”!

Sono coloro che ad ogni pasto calcolano con esattezza quante calorie ingurgitano sicuri che, così facendo, tengono il peso sotto controllo. Purtroppo per loro non è così. Il corpo non funziona con la logica delle calorie. E poi concorderete con me che, l’atto del mangiare, non può essere ridotto ad un esercizio matematico. Mangiare è piacere, è gioia pura, è vita, è nascita e rinascita; è scoperta, gioco, stupore, goliardia anche. Ma nulla a che fare con i numeri né con l’interrogazione delle etichette alimentari (molto più saggio leggere la lista degli ingredienti). Anche quando si tratta di trovare una soluzione per dimagrire.

Il concetto di caloria nasce a beneficio degli addetti ai lavori per avere un’idea di quanta energia ogni alimento può fornire. E’ un dato “freddo” infatti si calcola attraverso uno strumento di laboratorio che misura la quantità di calore che i cibi sviluppano. Tecnicamente 1 caloria equivale alla quantità di calore capace di fare aumentare di 1°C la temperatura di un litro di acqua. Già la spiegazione manda in confusione ed è lontana dalla percezione che abbiamo del cibo.

Ad ogni modo, questo è quanto risulta dalla sperimentazione in ambiente non umano:

1 grammo di protidi (o proteine) produce 4,5 calorie (circa)

1 grammo di lipidi (o grassi) produce 9 calorie (circa)

1 grammo di carboidrati (o zuccheri) produce 3,75 calorie (circa)

1 grammo di alcool etilico produce 7 calorie (circa)

Questi dati nudi e crudi e mal interpretati hanno portato gli americani ad eliminare dai loro piatti i lipidi per riempirli di carboidrati: i risultati sono sotto gli occhi di tutti visto che l’America è il paese con il numero maggiore di grandi obesi. Lo stesso utilizzo poco saggio del calcolo calorico ha fatto fallire le diete strettamente ipocaloriche basate, appunto, sulla somma delle calorie.

Sappiate che il vostro corpo non è una stufa che “brucia” gli alimenti e non è paragonabile ad un ambiente asettico di laboratorio. Risponde a ben altri comandi soprattutto ormonali: se mangi zuccheri o grassi o proteine nessuno ti fa i conti in tasca delle calorie, piuttosto chiami in causa gli ormoni predisposti a gestire i vari nutrienti. Il più noto è l’insulina che governa il sequestro ematico e lo stoccaggio degli zuccheri. Questo vuol dire che ad ogni cibo introdotto (e la sua associazione con gli altri), il corpo reagisce con la secrezione di uno specifico ormone e questa produzione, solo se armonica e appropriata, si tradurrà in buona digestione, assorbimento, utilizzo del grasso sottocutaneo o tutto il contrario ossia mala digestione, disturbi intestinali e aumento del peso. E poi concorrono anche altri fattori fisici, genetici, ambientali, comportamentali, emotivi.

Nessuno dice che sia semplice; ma è così. Le scappatoie sono pericolose ed ingannevoli. Molte diete falliscono anche per questo motivo.

Interessante è capire che fine fa il grasso che si perde quando si dimagrisce. Anche qui molti pensano che venga “bruciato” e trasformato in energia o in massa muscolare. No, in realtà, la maggior parte della massa che si perde viene espirata sotto forma di anidride carbonica.

Questo è emerso da uno studio australiano pubblicato sul British Medical Journal che dimostra come i polmoni siano l’organo escretore del grasso per eccellenza: perdere peso, significa sbloccare atomi di Carbonio immagazzinati nelle cellule adipose. Questo ha una logica biochimica: il cibo mangiato in eccesso viene convertito in trigliceridi (molecole composte da Carbonio, Idrogeno e Ossigeno) i quali saranno conservati come gocce lipidiche nelle cellule adipose (l’effetto visivo se sono troppo infarcite è la ciccia!). Per dimagrire serve destoccare queste riserve di grasso sbloccando il Carbonio.

Come fare quindi? 3 azioni facili: mangiare bene, muoversi e respirare. Nella sua semplicità questo concetto è illuminante: per stare bene e in forma servono le azioni base che tutti conosciamo e che sono innate. Mangiare e respirare e muoverci. Niente calcoli delle calorie, niente concetti astrusi ma mangiare bene senza eccessi, fare movimento fisico e respirare. Per quest’ultimo punto, se ricordate il precedente articolo, vi parlavo del suo valore nella scala delle priorità per il benessere e il dimagrimento.

Anche per dimagrire occorre respirare o, meglio, espirare, buttare fuori aria per bene!.

Esistono molte tecniche per respirare correttamente e, tutte, sono valide e sperimentate (le pratiche dello yoga, della mindfulness e del pilates sono quelle più note).

Io, personalmente, punto molto l’attenzione al respiro. Come vi anticipavo, ho notato in molte persone la trascuratezza di questo atto fondamentale per la vita: respiro corto, affanno, piccole apnee, blocco del diaframma e scarso utilizzo dei muscoli addominali preposti alla respirazione. Tutto questo impedisce una corretta ossigenazione e preclude la pace interiore: respirare poco e male crea affanno, anche nella testa che tende ad ingigantire e mal gestire emozioni ed eventi.

Respirare è un punto focale della vita intera ma anche del dimagrimento; nello scritto della scorsa settimana vi spiegavo che ho individuato specifiche categorie di soggetti con “distorsioni del respiro” e delle tecniche mindfulness adeguate. E’ un percorso accessorio a quello alimentare che propongo.

Oggi vi anticipo i target dei “cattivi respiratori”:

  • gli stressati dal lavoro e dalla famiglia che non hanno mai tempo per sé. Neppure per dedicarsi, con calma, ai pasti

  • i dipendenti dai dolci, dal salato, dagli alcolici

  • gli sfiduciati delle diete sempre alle prese con i chili di troppo

Vi siete identificati? La prossima settimana continuo con l’elenco e con gli opportuni suggerimenti/tecniche di aiuto.

Perché IO CI SARO’

Buon respiro (profondo) a tutti!

GRAZIE